Oggi, 28 gennaio, ricorre il Data Privacy Day, la Giornata Internazionale della Protezione Dati, una ricorrenza che commemora la firma della Convenzione 108 (28 gennaio 1981), il primo trattato internazionale giuridicamente vincolante relativo alla privacy e alla protezione dei dati.
Proprio oggi è stato reso pubblico uno scandalo, scoperto da Motherboard e PCMag, che riguarda la vendita di dati altamente sensibili di milioni di utenti ad opera di Avast, tramite una società acquistata nel 2013, Jumpshot. Gli acquirenti dei dati sarebbero Google, Microsoft, Pepsi, Sephora, Yelp, TripAdvisor.
Clic dell’utente, siti web visitati, ricerche su Google, coordinate GPS su Google Maps, video YouTube guardati e anche termini di ricerca e visite sui siti pornografici sono tra i dati venduti ai migliori offerti di cui sopra.
“Gli utenti PC domestici hanno due cose a cuore: conservare al sicuro i propri dati e mantenere le massime prestazioni (..) Con l’aggiunta della tecnologia evoluta di Jumpshot, offriamo ai nostri utenti non solo la migliore protezione del settore, ma anche l’opportunità di rendere i loro computer più efficienti e reattivi” diceva l’allora CEO di Avast, Vincent Steckler, in occasione dell’acquisizione del software Jumpshot.
“Gli utenti hanno sempre avuto la possibilità di scegliere di non condividere i dati con Jumpshot.” È stata la risposta di Avast a questo “furto” di dati.
Ovviamente ben pochi, per non dire nessun utente, consultato da Motherboard è a conoscenza di come vengano gestiti i propri dati di utilizzo dal noto antivirus gratuito.
Nonostante i dati di utilizzo siano anonimi, dei ricercatori della Stanford University hanno dimostrato che nella maggior parte dei casi è possibile risalire all’identità delle persone grazie ai Social Network.