Della teoria QAnon ne avevamo già discusso (in poche parole una congrega di persone potenti responsabili di abusi sui minori e che mirerebbero ad un colpo di stato contro il presidente Donald Trump), nelle ultime settimane diversi social hanno messo al bando i messaggi inerenti questo gruppo ed alcuni hashtag. Tra 2018 e 2019 sono stati prima Apple a bannare l’app QDrops (che promuoveva questa teoria) dal suo store, poi è stata la volta di Reddit (i gruppi di discussione inerenti QAnon sono bannati/vietati per incitamento all’odio e alla violenza) e Twitter (sono stati cancellati oltre 7,000 account che inneggiavano al movimento).

Twitter (luglio 2020): “Siamo stati chiari sul fatto che adotteremo forti misure nei confronti di comportamenti che possono causare danni nella vita reale. In linea con questo approccio, questa settimana stiamo intraprendendo ulteriori azioni sulla cosiddetta attività di “QAnon” all’interno del nostro servizio

Anche Facebook si è mosso eliminando gruppi e pagine legate a QAnon (stesso trattamento era stato riservato a tutti i contenuti antivaccinisti, escludendoli dalle pubblicità e dalle ricerche, in modo da ridurne la visibilità). Le accuse mosse da Facebook sono violazione delle sue regole sulla manipolazione dei contenuti. A giugno TikTok aveva bloccato vari hashtag legati a QAnon in modo che non comparissero nelle ricerche sulla piattaforma. Youtube è rimasta nel mezzo: da un lato ha ribadito che queste teorie non infrangono il loro regolamento, a meno che non riguardino singoli individui e non incitino all’odio e alla violenza nel mondo reale. Sostanzialmente se ne può discutere ma non si possono citare singoli individui. In poche parole le grandi piattaforme social stanno cercando di arginare il fenomeno e di evitare di essere usate per la propagazione di teorie complottiste (di QAnon e non solo). Non è detto però che queste iniziative portino a cambiamenti di mentalità nelle persone, anche perché chi crede nelle teorie complottiste vede le azioni di censura come una conferma delle proprie credenze piuttosto che come tentativi di arginare la diffusione di fake news.
Perchè queste teorie e in generale le fake news andrebbero combattute? Be’ basta ricordare quello che successe con il PizzaGate (altra teoria del complotto, nata poco prima di questa ed abbastanza simile sotto certi versi).
Il PizzaGate nasce nel 2016 sui soliti Reddit e 4chan, quando alcuni sostenitori di Donald Trump si organizzano per discutere delle email hackerate di John Podesta, all’epoca il principale consigliere di Hillary Clinton. L’obiettivo era trovare qualche prova che possa compromettere la reputazione della candidata democratica. Podesta, nelle mail, fa riferimento spesso ai suoi piani serali per andare a mangiare al Comet, pizzeria di Washington di proprietà di James Alifantis, amico del fratello di Podesta. Secondo qualche utente di Reddit quando Podesta parla di cheese pizza (un modo normale di riferirsi alla pizza negli Stati Uniti), l’attenzione debba andare sulle iniziali, “CP.”, sigla utilizzata per denotare l’abuso sui minori.
Inizia a prendere forma la teoria secondo cui nel retro della pizzeria Comet si svolga un giro di prostituzione minorile e pedofilia con protagonisti Hillary Clinton ed altri esponenti del Partito Democratico. Poche settimane dopo le elezioni del novembre 2016 un uomo di 32 anni si reca armato dal North Carolina fino a Washington con lo scopo di liberare i ragazzini nascosti nel retro della pizzeria.
Nel tentativo di farsi largo nel retro, l’uomo spara anche dei colpi di mitragliatrice, senza ferire nessuno. Viene arrestato e poco dopo condannato a 4 anni di carcere. Vista la situazione, tutte le principali piattaforme, a partire da YouTube, decidono di sospendere gli account di chiunque promuova questa teoria e di fare piazza pulita dei contenuti relativi. Questa teoria cade nel dimenticatoio sino a quando a luglio 2020 inizia a circolare la voce che Justin Bieber c’entri qualcosa col PizzaGate e la teoria comincia a prendere piede su TikTok, attirando una nuova generazione di cospirazionisti. E i social network, a partire ancora una volta da YouTube, devono ricominciare il loro lavoro di censura e cancellazione di contenuti.
L’idea comune è che le élite democratiche e parecchie celebrità (tra cui Oprah Winfrey, il solito Bill Gates e lo stesso Justin Bieber, a volte visto come vittima, in altre carnefice) siano parte di un giro pedofilo.
Le conseguenze di tutto ciò spesso si ripercuotono anche nella realtà: come nel caso precedente dell’uomo che ha sparato dentro la pizzeria Comet o di un’altra persona, sempre armata, che ha bloccato un ponte con un veicolo corazzato in nome di QAnon.


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