Per almeno due anni, alcuni siti web sono stati in grado di violare gli iPhonedegli utenti che li visitavano, sfruttando falle che sono rimaste aperte fino allo scorso febbraio. La rivelazione si deve a Ian Beer, esperto di sicurezza del Google Project Zero, il quale racconta di come l’attacco verso gli iPhone adottasse la tecnica di diffusione denominata watering hole. Watering hole è un’espressione inglese che significa pozza per abbeverarsi e fa riferimento a certe tecniche di caccia del regno animale, in cui il predatore prende di sorpresa la preda proprio nel momento in cui questa si avvicina all’acqua per dissetarsi. Continua su : https://www.zeusnews.it/n.php?c=27592
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