A metà luglio 2020 è venuta alla luce “The Shoah Party“, ovvero una chat degli orrori dove la gente pagava per assistere a torture su bambini. Siamo sul Deep Web ovviamente.
Questa chat è stata scoperta dal nucleo investigativo del comando provinciale di Siena, coordinato dalla Procura dei Minori di Firenze. In questa chat veniva scambiato materiale illegale ed esperienze nel Deep Web. L’operazione che va sotto il nome di “Delirio” è iniziata ad ottobre 2019 (grazie ad un madre di Siena che aveva scoperto foto raccapriccianti sul cellulare del figlio) ed è venuta alla luce grazie alle perquisizioni nei confronti di due minorenni piemontesi, un ragazzo e una ragazza di 17 anni. I due minori sono indagati per istigazione a delinquere e CP.
La Nazione (edizione di Siena) scrive che a seguito delle indagini 25 persone (19 minorenni e 6 maggiorenni) di 13 regione italiane erano state accusate di detenzione e diffusione di materiale CP ed istigazione a delinquere. Nel corso della prima parte dell’indagine, tuttavia, si parlava di una chat WhatsApp nella quale gli indagati si scambiavano materiale (anche immagini e video inerenti l’ISIS).
Il ragazzo era anche amministratore del gruppo e raccontava di un’esperienza nel Deep Web nella quale aveva potuto assistere a torture inflitte su bambini dietro pagamenti in Bitcoin.
Secondo il ragazzo sulla Darknet di TOR si potevano raggiungere vere e proprie stanze delle torture chiamate Red Room nelle quali bambini e bambine venivano torturati e talvolta uccisi secondo le istruzioni impartite dal pubblico pagante.
Secondo le indagini, le Red Room erano site nel sud est asiatico. Durante le perquisizioni nelle abitazioni dei due minorenni piemontesi sono stati sequestrati computer, tablet, smartphone e chiavette USB. Su molti social (Facebook, 4chan, Reddit, Youtube, etc) ormai da anni si parla di questo fenomeno, in realtà la maggior parte delle persone di cui ne parlano lo fanno solo per aumentarne l’hype e il mistero sul Deep Web.
Ovviamente non si può escludere a priori l’esistenza di “servizi” di questo tipo, solo che bisognerebbe contestualizzare il fatto che la rete di TOR a grandi linee è un proxy (quindi molto lenta) e sicuramente non adatta a trasmettere video in streaming.


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